Circolare Ministero Interni - Gli investigatori possono lavorare durante il lockdown?


Il Ministero degli Interni - Dipartimento della Pubblica Sicurezza Ufficio Amministrazione Generale - nella figura del suo direttore, il Dott. Gambacurta, ha emesso una circolare, ieri 22 aprile, che riguarda nell'oggetto "decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 10 aprile 2020  - ulteriori disposizioni attuative del decreto legge 25 marzo 2020, n.19, recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica covid19, applicabili sull'intero territorio nazionale".

Ho aspettato oggi a pubblicare e commentare la circolare del Dott. Gambacurta perché volevo leggere con attenzione tutta la disamina per quanto riguarda il dispositivo del Presidente del Consiglio che limita ulteriormente le attività investigative fino al 4 maggio.

Il Direttore Gambacurta fa una descrizione  accurata di quello che è il dispositivo della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed evidenzia quali sono le possibilità operative per i diversi attori autorizzati dal TULPS.

Alla pagina 5 della Circolare del Ministero degli Interni del 22 aprile, nel considerando il dispositivo DPCM del 10 aprile 2020 al punto 4, si citano i servizi di investigazione privata.

Nella prima parte del punto 4 si ricorda il fatto che le attività investigative non rientrano nelle attività professionali generiche con codice Ateco 74 ma sono associate al più ampio codice  80 che riguarda anche la Vigilanza. Ok lo sapevamo. Grazie.

Nella seconda parte la circolare del Ministero recita, citando quasi per intero l'art.2 comma 2 del DMPC del 10 aprile 2020, "resta naturalmente fermo, che - al pari delle altre attività produttive sospese dal decreto presidenziale in questione - anche soggetti autorizzati a svolgere investigazioni private o indagini difensive potranno proseguire, ai sensi dell'articolo 2 comma 2 del DPCM 10 aprile 2020, le proprie attività quando queste siano organizzate in modalità distanza o nella forma del lavoro agile".

Alla fine del capoverso la domanda che sorge al lettore.....sì, ok!....e???? E...niente. Proprio niente, anzi fine così. E non sapremo mai l'opinione del Ministero su cosa si intende per  lavoro agile e a distanza per l'orfano settore investigativo.

Secondo il punto ee) dell'art.1 del DPCM del 10 aprile 2020 "restano    garantiti,  nel  rispetto    delle    norme igienico-sanitarie,  i  servizi  bancari,  finanziari,   assicurativi nonche'   l'attivita'   del   settore   agricolo,    zootecnico    di trasformazione agro-alimentare comprese le filiere che ne  forniscono beni e servizi;"....quindi, se in qualche modo siete in una filiera dei servizi elencati, e garantite secondo l'art2 comma 2, modalità a distanza e  lavoro agile, potete lavorare portandovi la giustificazione dei genitori e uscendo solo dopo la campanella.

Tralascio la minaccia di cattivo gusto neanche troppo velata contenuta nella circolare in riferimento all'ex art.10 del TULPS, ritiro di licenza per abuso, rivolta a tutti gli autorizzati.

Avrei contestazioni infinite sulla circolare in oggetto di carattere giuridico, costituzionale, ma sarei anche molto contento di potermi confrontare sul TULPS, confronto che è stato evidentemente negato a tutta la categoria, ma mi fermerò ad una sola considerazione di carattere umano:
dietro il settore investigativo e della sicurezza ci sono sì autorizzati, ma in primis, imprenditori che hanno investito passione, risorse, tempo, pazienza a dispetto di una amministrazione molte volte sorda e distratta.
In un momento di crisi così grave e stravolgente per il Paese e per il settore intero dove l'incertezza e la paura di perdere tutto pervade e prevale sulla speranza del futuro....la minaccia all'art 10 del TULPS è veramente una mancanza di rispetto per chi lavora duro per riuscire a portare onestamente a casa uno stipendio.

Buon lavoro a tutti. Viva la nostra povera Italia.
Ten. Rabita
Presidente Leonardo Intelligence

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