Investigazioni e Sicurezza: ABUSIVISMO. Mancano le norme!

L'abusivismo nel settore investigativo e della sicurezza è una realtà consolidata, non una teoria.

È un male subdolo che corrode il settore dall'interno perché purtroppo una delle radici dell'abusivismo è nella forma amministrativa del settore stesso. Direi che una delle cause dell'abusivismo è l'ignoranza normativa del settore ma susciterei i dispiaceri di molte persone.

Il risultato è: servizi di controllo, abusivi, venduti a strutture inconsapevoli a prezzi da fame; servizi investigativi, di abusivi, venduti a persone che per risparmiare non guardano alle autorizzazioni; addirittura servizi di vigilanza, di strutture abusive, che impiegano finte guardie giurate con divisa e una pistola giocattolo nella fondina!!!

Sembra impossibile ma è la realtà. Purtroppo è difficile per gli enti di controllo vigilare su tutte le situazioni ed intervenire per la repressione, le cause sono principalmente due:
  1. gli uffici di polizia amministrativa sono ingolfati di lavoro. Un ufficio di polizia amministrativa si occupa di centinaia di cose tra le quali: passaporti, licenze, autorizzazioni, porto d'armi...è tanto altro. È impensabile che possano dedicarsi al solo settore investigativo e della sicurezza.
  2. la natura stessa del lavoro, per le investigazioni principalmente, rende molto difficile l'accertamento del comportamento abusivo. La polizia amministrativa dovrebbe cogliere sul fatto il trasgressore, per esempio, pedinando e documentando il momento in cui di fatto viene messo in opera. Teoria coerente...ma nei fatti è praticamente impossibile.
Nel corso del tempo non si è fatto nulla per reprimere questo fenomeno, parte del problema potrebbe essere alleviato se finalmente si rilasciasse un tesserino di riconoscimento ai Titolari di agenzia investigativa ma, considerando quello che succede nella sicurezza, sappiamo che neanche questo effettivamente risolverebbe le cose.

Ad aggravare le cose con la legge del 30/10/2014 n161 art.5 pubblicata su GU del 10/11/2014 ed entrata in vigore il 25/11/2014 e' stata apportata modifica all'art. 134-bis inserendo un "comma 2-bis" che recita:
 «2-bis. Ai fini dello svolgimento dei servizi transfrontalieri  e
di quelli temporanei di  investigazione  privata  e  di  informazioni
commerciali,  le  imprese  stabilite  in  un   altro   Stato   membro
dell'Unione  europea   notificano   al   Ministero   dell'interno   -
Dipartimento della pubblica  sicurezza  le  attivita'  che  intendono
svolgere nel territorio  nazionale.....».
Cosa vuol dire?
  1. Che il 70% dei paesi membri UE non hanno una licenza come quella italiana. E' una semplice richiesta da fare, nella maggior parte dei casi , alla polizia locale che rilascia direttamente l'autorizzazione
    - non ci sono cauzioni;
    - non c'e' l'obbligo di ufficio;
    - non c'è il registro degli affari;
    - non c'è l'obbligo di comunicazione delle tariffe;
    - non ci sono controlli amministrativi;
    - non c'è un mandato
    ;
    ..........ecc.


  2. Un'agenzia della UE che deve fare un servizio in Italia, secondo il 134-bis comma 2,  manda una richiesta al Ministero Interni Italiano che, nel caso non dovesse rispondere entro 10gg, ci si troverebbe nella liberta' di operare sul nostro territorio.
È evidente solo a me la possibilità ABUSIVA?

In Italia prendere una licenza è difficile. No problem. Vado all'estero (es: paese dell'est) dove non chiedo molte cose, mi apro tutto, trovo un sevizio in Italia, scrivo al Ministero Interni, che tra le tante cose da fare molto probabilmente non risponderà, e da quel momento sono libero di lavorare in Italia!!!


Pensate sia tutto? Non siamo neanche all'inizio.

Il 2018 è stato molto interessante perché la Corte di Cassazione ha delibero che, qualcuno con licenza 115 (intermediazione) puo' di fatto vendere servizi di sicurezza direttamente senza che l'istituto art 134 abbia contatti diretti con il mandante!

Trovo questa cosa agghiacciante!

Per fortuna il Ministero degli Interni ha emesso una circolare dove spiega che questa interpretazione è discutibile perchè agli autorizzati 115 non vengono chieste le stesse garanzie degli autorizzati 134...ma essendosi espressa la Cassazione ci dobbiamo aspettare sicuramente che qualcuno utilizzi l'art 115  TULPS per fare di fatto investigazioni.

In ogni caso....se lo vengo a sapere li denuncio personalmente.

Chi volesse leggere la circolare del Ministero Interni la trova qui.

Perchè questa cosa è grave?

È come se una società di servizi si occupasse di trovare assistiti ad un avvocato e l'avvocato dovesse difendere il proprio assistito senza mai incontrarlo e senza avere avuto alcun mandato diretto.

Sarebbe interessante sapere che ne pensa il COA di una cosa del genere...a parer mio sentiremmo tremare la terra.

Forse il problema principale e causa dell'abusivismo nel settore investigativo e della sicurezza è che manca un ente garante intermedio.

Per esempio COA ha saputo negli anni regolamentare, normare e guidare la professione di avvocato ed ha saputo rendersi Garante della professione perseguendo, sanzionando e reprimendo tutti coloro che danneggiavano il settore legale e la figura professionale dell'avvocato, allo stesso modo, anche il settore investigativo e della sicurezza avrebbe bisogno di un Albo.

Servono norme che garantiscano il settore investigativo e della sicurezza e serve una voce autorevole di categoria, un albo, che garantisca le linee guida del settore evitando che chiunque vi si pronunci danneggiando consapevolmente o inconsapevolmente il settore.

Al congresso che abbiamo organizzato il 5 dicembre alla Camera dei Deputati parliamo anche di questo. Potete trovare tutte le informazioni sul congresso e il modulo di adesione sul nostro sito www.leonardointelligence.it

Ten. Rabita
Presidente 
Leonardo Intelligence
 www.leonardointelligence.it 

Commenti

  1. Sono il dott Vincenzo Spinosi,già dirigente della Polizia di Stato.L'abusivismo è un fenomeno dilagante in diversi settori professioni e commerciali.
    Le istituzioni devono come si suol dire fare il fuoco con la legna che hanno ,quindi pur considerando ogni tipo di difficoltà organica delle FFPP , questo non può diventare una resa fatalistica al fenomeno che specie nel campo della sicurezza privata intaccare la libertà del cittadino Troppo spesso vi sono esempi di abuso di addetti alla sicurezza all'interno di attività commerciali che violano norme sui limiti delle funzioni da svolgere. Bisogna ricordare che la polizia di prossimità non è una realtà solo territoriale ma anche e sopratutto relazionare,in sintesi il fenomeno della repressione dell'abusivismo,che getta discredito su tutta la categoria può essere maggiormente contrastata con la vicinanza delle associazioni con le forze di Polizia e con la Prefettura strutturando interventi mirati .L'ipotesi di un tesserino rilasciato dal Ministero dell'Interno è una soluzione direi importante per gli operatori per facilitare il loro lavoro quotidiano e per dare affidamento al cittadino ,peraltro in un mondo basato sulla trasparenza che richiede anche all'operatore delle FFPP di identificersi nel corso dei vari interventi .
    con cordialità dott.Vincenzo Spinosi

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Dott Spinosi grazie per il suo importante intervento con il quale mi trovo d'accordissimo.
      L'importanza della collaborazione tra le forze di polizia e le associazioni di categoria drovebbe diventare una priorità...e forse riusciremmo, seppur in parte, a contenere il fenomeno.
      Grazie ancora
      Ten. Rabita
      Presidente Leonardo Intelligence

      Elimina

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